I Mastini della Guerra costituiscono 6 tra le più vecchie - anziane, per non urtare la loro sensibilità - unità di Brave Frontier. Vecchie glorie che molto tempo addietro costituivano un vanto per i più rinomati giocatori (ma Doug ancora si fa sentire) ormai cadute in disuso.
Ma torneranno, cari lettori, più eptastellate che mai, e allora chi tempo immemore sacrificò Lava, Alice o Will se ne pentirà. AMARAMENTE.
Lava, ali di fenice & fiamma d'Agni[]
Spadaccina dell'Impero di Agni, addestrata già in giovane età per entrare a far parte di un progetto militare segreto. Già a 14 anni aveva raggiunto il più alto grado dell'Ordine di Agni. Tuttavia rivelò problemi caratteriali e nel relazionarsi con altri, per via del troppo duro addestramento. Mal sopportava la compagnia degli altri cavalieri, se non dei più forti e che Lava riteneva essere meritevoli. Un giorno venne sfidata da Vargas, divenuto in seguito uno dei Sei Eroi. Lo sconfisse pesantemente, il che non fece altro che aumentare l'ego della pyrocavaliera e devastare il morale dell'eroe bruciante. Scoppiata la Grande Guerra, combattè in prima fila per difendere l'Impero. Partita per una missione sotto copertura, arrivò a tendere un'imboscata alla dea Phee, da poco discesa nella regione.
Ebbe la peggio, e venne lasciata sul campo di battaglia in fin di vita. Per aiutarne la guarigione e la ripresa di forze, l'imperatore Orwen le donò delle ali infuocate, e tornò a combattere gli dei. Sul campo tuttavia vide l'Eroe di Fuoco in difficoltà contro una traditrice dell'umanità, e decise così di consegnare a lui le ali infuocate. Ali che tuttavia si ripristinarono: lo spirito di Lava era troppo infuocato per potersi spegnere. Affrontò con ardore rinnovato un potente discepolo che le si era parato davanti, e continuò a combattere con i suoi poteri del fuoco. Pare che il suo spirito abbia smesso di bruciare solo tra le braccia dell'uomo che ne aveva riconosciuto il vero valore come spadaccina.
Mega, re dei mari & amante di Felneus[]
Pirata che saccheggiava nelle vicinanze del Regno di Sama. Fu salvato da un naufragio, ragazzino, dalla ciurma del pirata Verica, e da lui allevato fino a quando non ne ereditò il comando. Apprezzato da tutti per l'abilità nell'uso dell'ascia e il carattere allegro, ottenne subito il rispetto della ciurma che presto lo nominò semplicemente "il Capitano". La sua abilità gli valse presto una chiamata ufficiale da parte della Marina di Sama: gli veniva richiesto di diventare ammiraglio del regno e riorganizzarne le forze. Mega accettò, per quanto mal sopportasse la corruzione che impregnava la flotta regia, nella speranza di poterne migliorare l'organizzazione. Inizialmente sottovalutò l'incarico, almeno fino a quando non scoprì di essere il discendente del precedente ammiraglio. Allora si impegnò seriamente, ricostruì la Marina, insegnò le tattiche navali al giovane principe Arius, affrontò l'arrivo dell'esercito divino con carisma ed
abilità. Liberò i mari dalla minaccia e venne per questo ricompensato dalla famiglia reale con la preziosa ascia Poseidon. Persa credibilità tra i pirati a causa della troppa lealtà dimostrata al regno, preso di mira dagli dei, che gli avevano inviato contro Uda il distruttore, Mega cadde in un'imboscata divina e, creduto morto, fu gettato in mare. Ma gli spiriti marini lo riportarono in supericie, vivo, e risvegliarono lo spirito che risiedeva nella Poseidon. Mega tornò a combattere più forte che mai risvegliato dallo spirito della sua possente ascia.
Radunò in un batter d'occhio l'elite degli eserciti marini e partì alla carica, un'avanzata che venne fermata però da Stya. Fu in quel momento che Mega sghignazzando decise di voltarsi e tuffarsi in mare accompagnato dalle urla della piratessa che prometteva 'Uomini, preparatevi! Lo seguiremo fino alle profondità marine!'.
Douglas, mitragliatore sacro &... mitragliatore[]
Un pistolero proveniente da un altro mondo (e ridaje...) che giunse nel Principato di Vriksha dopo aver perso la memoria. Era dotato di un'arma incredibilmente potente, un iper-triplo-maximinigun-sparkmachine-FHwinner, ma il Principato non poteva permettersi la costruzione delle speciali munizioni e veniva quindi impiegato solo in scontri fondamentali. Questo demoralizzò il povero Doug, che quindi ripiegò con tutta la sua voglia di rendersi utile sulla ricerca scientifica. E fu così che riuscì finalmente a costruirsi un meccanismo in grado di convogliare la magia ed utilizzarla come proiettili. Doug potè ritornare sul campo di battaglia più carico che mai. Scoppiò la Grande Guerra, e Doug combattè al fianco del suo vecchio amico Darvan, rivelandogli tra l'altro che la sua armatura proveniva da un altro mondo (ma ancora?!?) e i due riuscirono a respingere gli dei per un lungo periodo.
Infine arrivò Luther, divinità ribelle del fuoco, che prese a saccheggiare e radere al suolo numerose città di Vriksha. Doug cercò di fermarlo, parandosi davanti con il mitragliatore e facendo fuoco.Questo sembrò rallentare per un primo momento il dio distruttore. Ma poco dopo questo comprese di poter sciogliere i proiettili con il fuoco che lo avvolgeva, si avvicinò a Doug e lo arse vivo. Così morì il mitragliatore. O questo fu ciò che in molti pensarono. Perché esistono testimonianze delle sue imprese anche dopo la presunta morte. Alcuni ipotizzano quindi che resuscitò e ritornò dall'oltretomba per combattere ancora (come ho scritto sopra? Ah sì, e ridaje...)
Comunque sia andata a finire, Doug è sempre Doug.
Emilia, generale atharvico & Hartman di BF[]
"Ad Atharva esistono solo tori e checche. Tu non mi sembri un toro, quindi il cerchio si restringe..." Emilia alla giovane recluta Hartman. Ora capite da chi ha preso.
La sadica spadaccina a capo dell'esercito della Repubblica di Atharva. Stimata fin da subito per l'invenzione di una speciale tecnica a doppia spada, e perciò soprannominata "danzatrice del tuono". Durante l'addestramento delle nuove reclute, pare ne congedasse molte ritenendole inadatte alla vita militare. Altro aneddoto interessante può essere estrapolato dalle numerose cerimonie di assegnazione di onoreficenze alle quali prese parte: si sforzava di sorridere. Immaginate con quali risultati. Ma mentre in pubblico la si poteva sentir affermare che "le relazioni con e tra esseri umane sono patetiche" l'Emilia privata ci concede una visione ben differente. Pare infatti che ebbe relazioni con lo stratega Weiss così come con
uno dei Sei Eroi, Eze. Lei negò sempre tutto, testuali parole:"io vivo per la mia spada, non per l'amore". Tra l'altro, è dovuto a lei il soprannome di idiota tonante affibiato ad Eze, quindi è certo che con lui partecipò all'epica fagiolata. Durante la Grande Guerra combattè in prima linea, rischiando più volte la vita e venendo tra l'altro salvata da Eze, il che la fece ossessionare dall'acquisire sempre maggior potere. Nel farlo, pare che si sia legata alla dea Nalmika (amanti? sulla rete circolano immagini compromettenti al proposito, non linko per morale pubblica...) ma questa infine la tradì. Informazioni riguardanti la morte di Emilia giunte fino a noi sono dubbie ed inaffidabili.
Will, ultimo paladino nonché spalla del grande Aem[]
Considerato uno dei due più grandi cavalieri della Repubblica di La Veda, insieme ad Atro, Will comandava la cavalleria dello stato. Molti si chiedevano chi tra i due fosse il più forte, ma il paladino non se ne curava dicendo "che importa chi è il più forte?" (da qui la psicologia ha formulato il concetto moderno di complesso di inferiorità)
Di certo, Will diede prova di essere un ottimo generale: le sue tattiche si scoprivano sempre adatte alla situazione e foriere di vittorie con il minor numero di perdite. Questo attirò l'attenzione del grande Aem, che prese a seguirlo spinto dalla curiosità (voleva sapere come fosse un "eroe normale"). Arrivò la Grande Guerra, e Will comprese fin da subito che l'umanità ne sarebbe uscita sconfitta. Formulò così una nuova improbabile tattica: schierare piccoli manipoli di uomini contro la superiorità numerica schiacciante dell'esercito divino, per mantenere i punti chiave del campo di battaglia (aveva fatto apprendistato da Re Umida alle Termopili)
Morti i Sei Eroi e con loro crollata l'ultima speranza di salvare Grand Gaia, Will ascoltò la proposta di Lucius, affidando al dio dei cancelli le ultime forze umane e permettendo ai sopravvissuti di raggiungere Elgaia. Si allontanò poi accompagnato solo da Aem, affrontando la fine del mondo conosciuto. Continuò a sconfiggere divinità su divinità, fino a quando non gli apparve di fronte un misterioso cavaliere, probabilmente lo stesso che avevano visto poco prima di morire i Sei Eroi, e gli chiese perché mai combattesse ancora senza che vi fosse più nessuno da proteggere. Will rispose che poteva pur sempre apparire qualcuno che aveva bisogno di aiuto, ed era suo dovere rimanere vivo e vigile fino a quel momento. Sguainò poi la spada e si preparò all'ultima battaglia in quanto ultimo essere umano.
Si narra sia anche uno dei protettori degli antichi tesori sacri, tuttavia non si è mai riusciti ad attribuirnegli uno.
Alice, felice falciatrice & principessa infernalsatanica[]
Ottava principessa dell'Impero di Bariura (apperò), abile maga addestrata fin da bambina al combattimento. Questo fece sì che andasse felice nel bel mezzo della battaglia a tritare le gambe dei nemici con la sua amata falce magica. A furia di falciare nemici, iniziò a perdere il lume della ragione e al contempo mostrare segni di pentimento. L'imperatore, accortosi di ciò, non fece altro che spronare Alice per trasformarla definitivamente in una letale inumana ed apatica macchina da guerra. Ed era suo padre, pensate. Durante la Grande Guerra lasciò morire le sue truppe: erano d'intralcio, sosteneva.
A coprirle le spalle ci pensava segretamente la sorellona Elza. Questo fino al giorno in cui Alice morì. Allora il suo corpo contiuò a falciare anime, ma di umani, inconsciamente. Elza si ricordò in quel momento del potere racchiuso nella Grande Falce Imperiale, potere in grado di sfruttare l'energia delle anime sacrificate per riportare in vita un essere vivente, e così resuscitò la sorella. Alice iniziò così a combattere con una nuova forza in sé, forza che aveva dimenticato tempo addietro: quella della luce.
...se non avesse perso il controllo di se stessa avrebbe sicuramente tradito i piani originali del proprio padre, l'Imperatore del Regno di Bariura, per poter vagare allegramente in tutta Gran Gaia, piano che però restò eternamente nel 'se'.
Qui a sinistra l'amorevole famiglia imperiale di Bariura.
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