Ed eccoci qui: settimo dungeon esclusivo di BF EU, qui visiteremo ed incontreremo i grandi miti del mitico, medievale Regno di Camelot... con un pizzico di modernità ipertecnologica. Varcato il Portale, agli Evocatori viene chiesto questa volta di aiutare il regno di Re Artù, minacciato dalla sua traditrice sorella adottiva, Morgana, e dal figlio Mordred. Saranno necessarie armi leggendarie per sconfiggere una volta per tutte la strega... per questo Artù ha inviato i suoi infallibili cavalieri della Tavola Rotonda in cerca della reliquia più agognata tra tutte: il Santo Graal!
E anche voi parteciperete alla cerca... ma prima di gettarsi a capofitto in questa eroica impresa, è forse il caso di conoscere chi si rivelerà vostro alleato e chi cercherà di ostacolarvi, così come le motivazioni che muovono i contendenti, o la storia che grava sulle loro spalle.
Morgana, la Strega[]
Originaria di un'altra dimensione, Morgana era una giovane fata, innocente, pacifica. Nel suo mondo meraviglioso mai aveva dovuto provare dolore, disperazione o disagio. Un'esistenza felice, la sua. Ma un giorno tutto cambiò: venne smaterializzata, scomparve dal proprio mondo per riapparire immediatamente nella casa di un vecchio a Grand Gaia. Così conobbe Merlino, e il vecchio mago tranquillizzò la giovane impaurita affermando che da quel momento in poi, si sarebbe preso cura di lei. E così la fata crebbe a Grand Gaia, venendo allevata, o piuttosto addestrata, dal leggendario mago. Le diede un tecnologicamente avanzato bastone magico, tramite il quale Morgana potè facilmente incanalare e sviluppare pienamente i suoi poteri. Ma in questo la fata non ebbe scelta alcuna: sapeva che era stato il mago a strapparla al mondo d'origine ed alla felicità, e allo stesso modo, sapeva che nulla poteva fare per tornare indietro. Durante gli addestramenti, Merlino le fece conoscere Artù, e nel mentre apprese arti belliche, magiche, in particolar modo divenne una piromante straordinariamente abile. Passando gli anni, Merlino le concesse sempre un maggior tempo svincolato da insegnamenti, che la fata sfruttò per visitare gli angoli più remoti di quel mondo che non le apparteneva, Grand Gaia. E comprese allora di trovarsi in una terra dominata da astuzie, subdoli complotti... apprese l'arte della seduzione, utile per ottenere quanto desiderato. Apparentemente, riuscì a mantenere questo suo cambiamento nascosto a tutti, anche a Merlino. Nel frattempo, l'amore sbocciato tra lei e Artù si tradusse nella nascita di Mordred. Ma questo non placò né la sua sete di conoscenza né il crescere in lei di questo dubbio che nel mondo circostante ci fosse qualcosa di maledettamente sbagliato... Realizzò infine che la causa di molti mali era proprio Merlino: dopotutto, era il mago che l'aveva strappata al suo mondo, era il mago che aveva spinto molti cavalieri della Tavola Rotonda al sacrificio nel nome di una coppa la cui esistenza neppure era confermata... andava eliminato. Si recò da colui che credeva essere il padre di Merlino: un potentissimo demone che risiedeva in una fossa. Stipulò un patto maligno che le garantì immensi poteri. A quel punto si scatenò contro il mago. Tramite un terribile incantesimo lo sigillò in un'altra dimensione (o credette di averlo fatto) e si ritenne illusoriamente libera. Ma il prezzo fu alto: suo figlio Mordred era morto, e con lui se ne era andato Artù. A Morgana non rimaneva più nessuno; disperata, decise di tentare la sorte aprendo un varco per la sua dimensione natia, il regno delle fate. Nessuno la vide più, nessuno potè confermare se il suo ritorno avvenne effettivamente o, avendo la coscienza eternamente macchiata da complotti, uccisioni e gesta terribili, sia stata rifiutata persino dalla propria terra.
Viviana, la Dama del Lago[]
Antiche leggende, che pochi eletti possono confermare, di cui nella storia rimangono esigui riferimenti, narrano dell'esistenza di una magica isola, celata alla vista dei comuni mortali e traboccante di energia magica.
NeoAvalon: l'Isola dei Beati, in cui coesistono magia e tecnologia di livelli irraggiungibili. Poteri che nelle mani sbagliate sconvolgeranno la vita su Grand Gaia, e per questo gli abitanti di quella terra benedetta ne hanno occultato la presenza. Si dice che solo a colui che è nato da stirpe reale verrà data la possibilità di vedere l'isola e, conseguentemente, visitarla per poi portarne i benefici tra gli altri uomini. Nel corso delle Ere, in più occasioni i Custodi dell'Isola hanno fornito ai mortali alcune avanzatissime tecnologie, al fine di attenuare le loro sofferenze e ristabilire certe condizioni di pace e felicità.
E da qui prende avvio la storia di amicizia tra Viviana, Custode di NeoAvalon, e Artù, poi divenuto Re di Camelot.
Guardiano cybernetico dell'Isola, Viviana un giorno decise di sbarcare sulla vicina costa. Qui avrebbe rischiato l'annegamento, se non fosse stato per l'intervento tempestivo del giovane Artù. Per contraccambiare a questo immenso debito, Viviana decise di portare il ragazzo a NeoAvalon: e si sorprese a scoprire che Artù era in grado di vedere l'isola; nelle sue vene doveva necessariamente scorrere sangue reale. Stringendo amicizia con lui, Viviana gli insegnò i principi basici dell'ingegneria e della tecnologia impiegata nella terra benedetta. Lo aiutò a costruire un aiutante meccanico, Galahad. Artù apprendeva rapidamente e con facilità, un talento innato che permise alla Custode di comprendere che lo spirito del ragazzo era puro, meritevole tanto della corona quanto della leggendaria Spada Fotonica, Excalibur, che in effetti affidò alla sua maestria bellica. Nel lento scorrere degli anni, Artù tornò in più occasioni a fare visita alla Dama del Lago, e i due discutevano felicemente, si scambiavano tecnologie e conoscenze, potenziavano Galahad. Una volta divenuto re, il giovane ricevette pieno supporto da Viviana sia nell'amministrazione di Camelot che nella ricerca del leggendario Santo Graal. Ma le sue visite iniziarono a farsi più rare, il re sembrava stanco e perseguitato da continui affanni, fino a quando cessò di visitare NeoAvalon. Questo sconvolse pesantemente Viviana, che invano tentò più volte di incontrare nuovamente l'amico recandosi lei stessa sulla costa limitrofa. Un giorno sbarcò sull'isola benedetta un cavaliere misterioso. Percependo l'esistenza dell'isola, pensò Viviana, doveva trattarsi forzatamente di un uomo dal sangue reale, probabilmente imparentato con Artù. Il cavaliere chiese aiuto alla dama per la costruzione di un esercito robotico concepito per la difesa di Camelot. Desiderosa di rendersi utile all'amico, Viviana accettò e si mise rapidamente al lavoro, creando cavalieri robotici formidabili. Ma ignorava l'identità del ragazzo, Mordred, così come l'utilizzo che avrebbe fatto di quei colossi meccanici. Artù morì sul campo di battaglia prima che Viviana potesse giungere in suo soccorso. Camminando tra le macerie ed i resti del devastante scontro, la dama si imbattè nel cadavere del buon re. Lo portò a NeoAvalon insieme alla spada Excalibur, e qui se ne prese cura, sperando che le formidabili tecnologie e l'immenso potere magico dell'isola lo avrebbero riportato alla vita. Montò la guardia al corpo dell'amico ed alla sua potente reliquia, fino a quando non le apparve di fronte il vecchio Merlino. Prima di scomparire nuovamente, rivelò a Viviana parole profetiche:"Prenditi cura del mio povero Artù, poiché un giorno servirà. Un giorno, quando il mondo sarà pronto, NeoAvalon sarà rivelata e tutti i suoi misteri svelati, nel bene... e nel male!" E così la Custode fece da allora.
Parsifal, il Prode Cavaliere[]
Parsifal fu amico di Artù fin dall'infanzia. I due si allenarono insieme, insieme vennero nominati cavalieri, e sempre insieme combatterono da allora. E fu proprio durante una temibile battaglia alle frontiere di Camelot che Artù riuscì a sprigionare i poteri della Spada Fotonica, Excalibur: allora Parsifal comprese che nelle vene dell'amico scorreva sangue reale, e gli si inginocchiò di fronte acclamandolo re, seguito da tutti gli altri compagni d'armi. Divenne così primo e più fidato cavaliere dell'Ordine della Tavola Rotonda, saggio e prudente consigliere di Artù, e da lui tenuto in minor considerazione solo del misterioso Merlino. Quando il re avviò la cerca del Santo Graal, Parsifal si apprestò a partire sul far del giorno, prima di tutti gli altri cavalieri. Raggiunti ormai i cancelli al limite della cittadella, venne qui fermato da Merlino, che gli affidò un sacco senza fondo ed un frammento di terracotta, chiedendo al cavaliere di trovarne altri durante i suoi viaggi e raccoglierli nel sacco. Per "farne collezione", disse Merlino. Pur considerando questa richiesta un'assurdità, non riuscì a rinnegare la promessa fatta al vecchio mago, e così nel corso degli anni accumulò sempre più frammenti e cocci di terracotta simili all'originale. Nel mentre, Parsifal visitò tutta Grand Gaia, e nelle sue peregrinazioni attraversò il deserto di Ogurono ed esplorò il Agni:Oscurità tra i tanti luoghi. Mai vide il Graal o una sola sua traccia, un indizio. Ma restò fedele al suo re, al giuramento ed alla reliquia, per quanto i nemici fossero molti e forti, le condizioni atmosferiche avverse o le terre sconosciute ed ostili. Affrontò e sconfisse tutto e tutti, sottovalutandosi, eppure nessun avversario riuscì ad avere la meglio, tanta era la destrezza del cavaliere e la potenza della spada consegnatagli da Artù, una reliquia proveniente da NeoAvalon. E continuò ad ammassare cocci di terracotta. Stanco per le continue fatiche, ad un certo punto Parsifal vide che, a seguito del suo passaggio, fiori sbocciavano sul terreno, e la terra diveniva verdeggiante. Credette di essere impazzito per via dei perigli affrontati e della continua solitudine. Un giorno venne a sapere della tragica sorte degli altri cavalieri che avevano intrapreso la cerca: erano tutti morti. Esitò, pensò di tornare a casa privo di un qualsiasi risultato tangibile. Ma una notte fece uno strano sogno: "Attraverso la nebbia, intravide il viso di un vecchio. Egli iniziò improvvisamente a parlare, ma la sua voce era quella di un demone oscuro. Disse a Parsifal che aveva compiuto la sua missione. Per tutto il tempo, il cavaliere non aveva fatto altro che raccogliere frammenti del Santo Graal! Sempre nel sogno, Parsifal apprese di un antico rituale che, secondo la voce demoniaca, avrebbe riportato il Graal alla sua forma originaria." (Parsifal o il racconto del Graal) Illusione? Follia? Svegliatosi, il cavaliere si decise ad eseguire il rituale. I frammenti di terracotta raccolti su richiesta di Merlino infine si unirono: davanti ai suoi occhi increduli venne riassemblato il Santo Graal! Il potere immenso della reliquia infuse in Parsifal un'energia incomparabile: rapidissimo corse verso Camelot, per riportare con successo al re la tanto agognata notizia: la cerca era finita! Ma si ritrovò nel bel mezzo della tremenda battaglia tra Artù e l'esercito meccanico comandato dal figlio traditore, Mordred. Ma fu troppo tardi: Parsifal non potè fare altro che vedere in lontananza il suo amico, il suo re Artù cadere a terra trafitto. La battaglia volse a sfavore dei Cavalieri della Tavola Rotonda, e l'eroe dovette mettere da parte la disperazione per la morte di Artù e guidare i resti dell'esercito. Sollevò in alto la Sacra Coppa, illuminando il campo di battaglia, curando e rinvigorendo i cavalieri. Sconfissero definitivamente il nemico. Per molti anni in seguito, i Cavalieri della Tavola Rotonda regnarono collaborando su Camelot, perseguendo il sogno del loro re Artù ed anzi portandolo a compimento: sotto la guida di Parsifal restaurarono il regno all'antica e somma gloria, grazie ai poteri del Graal. Alla morte del cavaliere, si decise con (apparente) spontaneità di affidare la reliquia alle cure di Merlino, che nel corso delle decadi non sembrava invecchiato minimamente. Sogghignando poco prima di scomparire definitivamente da Camelot, pare che le ultime parole del mago furono "lo terrò al sicuro..."
Mordred, il Druido[]
Figlio di Artù e Morgana, Mordred venne apparentemente ucciso durante un attacco di demoni a Camelot quando era solo un ragazzo. Si ripresentò alla corte del re dopo molti anni e, celata la sua identità dietro ad una maschera, entrò a far parte dell'Ordine della Tavola Rotonda. Era tra i suoi più misteriosi ed abili cavalieri, imbattuto in duello, forse perché la sua corazza e la sua lancia erano state forgiate con una lega metallica tecnologicamente avanzatissima, certamente magica. In battaglia era inarrestabile, più volte rislutò fondamentale nel conseguimento della vittoria. Ma nessuno conosceva le sue reali intenzioni, nessuno sopportava il suo atteggiamento altezzoso. Continuava ad addestrarsi ed a migliorare rapidamente, troppo rapidamente, e questo insinuò un crescente sospetto nei suoi confronti tra gli altri cavalieri. Pare che spesso si recasse nella foresta da solo, chissà per quale motivo, e ne tornasse sempre più forte e pieno di sé... Venne il giorno in cui si decise a tradire il padre. Nessuno ne conosce il motivo: desiderio di aiutare la madre nella sua vendetta, odio mai dichiarato, desiderio di potere. Si recò a NeoAvalon, poteva vedere l'isola in quanto nelle sue vene scorreva pur sempre sangue reale. Accolto benevolmente da Viviana, dama del Lago, le commissionò la creazione di un esercito di cavalieri meccanici con il quale "difendere il regno". La dama accettò ingenuamente. E con questa formidabile armata Mordred tradì il padre ed attaccò Camelot. E mentre i suoi droidi davano del filo da torcere ai Cavalieri dell'Ordine, Mordred si lanciò in un furioso duello con Artù. E si tolse la maschera, affermando "Padre, è l'ora del fato. Oggi ti strapperò NeoAvalon!" facendo disperare il re. Fu un duello terribile, ma alla fine Mordred riuscì a trafiggere il padre, poco prima di essere a sua volta trapassato da Excalibur. "Mi spiace, padre..." furono le sue ultime parole. E così la linea dei re fu spezzata, la madre Morgana, disperata, cercò di abbandonare questo mondo, Camelot rischiò di essere cancellata dalle pagine della storia, ma il provvidenziale arrivo di Parsifal con il Graal salvò la situazione.
Tutt'ora non si conoscono le reali intenzioni di Mordred.
Artù, Re di Camelot[]
Il giovane Artù, nonostante sia di bassa estrazione sociale e gli manchino i mezzi anche solo per procurarsi armi adeguate, ha sempre songnato di diventare cavaliere e proteggere il Regno di Camelot. Si addestrò come scudiero, senza mai esitare, senza mai arrendersi, seguendo i consigli del vecchio che gli dimostrò fin da subito simpatia, Merlino. Si recava spesso a casa sua e ne seguiva attentamente i consigli. Fu proprio l'anziano stregone che un giorno si recò dal giovane scudiero per avvertirlo che sulle rive del lago si era imbattuto in una giovane donna che pareva in difficoltà. Artù corse alla sponda e qui salvò la giovane dall'annegamento. Ma non si trattava di un semplice essere umano: era Viviana, dama del lago e custode della sacra isola di NeoAvalon. Fu allora che Artù vide per la prima volta l'Isola svettare tra i flutti. Viviana, una volta appreso ciò, si rese conto che il giovane scudiero non era semplicemente un uomo dall'anima pura, nelle sue vene scorreva infatti sangue reale. Lo portò a NeoAvalon, e qui Artù apprese i principi delle più elevate tecnologie. Prima di allontanarsi, Viviana gli donò una antica spada fotonica. Arù promise di tornare quanto più spesso possibilie e così fece: nel corso degli anni Viviana lo aiutò a costruire ed in seguito a migliorare quello che sarebbe diventato il suo robot guardaspalle, Galahad. Passò del tempo. Grazie ai precetti di Merlino ed all'aiuto di Viviana, Artù divenne infine cavaliere, il più abile tra i guerrieri di Camelot sia nel maneggiare la spada che nel costruire macchinari tecnologicamente avanzati, e trascorse anni alle frontiere difendendo il regno dai più temibili demoni. Durante una tra le più aspre battaglie mai ricordate negli annali di Camelot, la situazione per il suo reparto di cavalleria si fece tragica, erano ormai sul punto di soccombere quando il nobile cavaliere si lanciò alla carica nel fitto della mischia. Allora la vecchia spada fotonica regalatagli da Viviana brillò improvvisamente e scatenò tutto il suo immenso potere sui nemici, sterminandoli. Si trattava infatti di Excalibur, il cui uso nel pieno del suo potenziale era concesso solo a coloro che potevano vantare nobile origine. Il suo compagno di avventure Parsifal comprese subito la situazione, e lo acclamò re, seguito immediatamente da tutti gli altri cavalieri. E fu così che divenne re di Camelot, avviando una tra le più gloriose età di quella terra. Volle tuttavia che Merlino diventasse suo primo consigliere, e così fu. Migliorò le siue terre con le tecnologie apprese a NeoAvalon, potenziò Galahad, e su consiglio dell'amico mago, Istituì l'Ordine della Tavola Rotonda, al fine di ritrovare il leggendario Santo Graal, che proprio a detta di Merlino era l'unica reliquia in grado di riportare Camelot all'antica gloria. Anni ed anni trascorsero nell'infruttuosa ricerca del Graal. Artù invecchiava faticando sempre più, andò a visitare Viviana sempre meno frequentemente fino a smettere del tutto. Il suo amico Parsifal era lontano da casa da anni. Rimanevano accanto a lui solo il vecchio Merlino e Morgana, presentatagli come la figlia dello stregone. I due si amarono ed ebbero un figlio, Mordred, che tuttavia morì in giovane età, apparentemente durante un attacco di demoni alle frontiere. Infine scomparve anche Morgana. Il buon re era ormai sconvolto da continui affanni e preoccupazioni. E venne il giorno fatale. Il misterioso cavaliere, tra i più abili membri dell'Ordine, si presentò alle porte di Camelot con un esercito robotico. Si tolse la maschera, lasciandosi immediatamente riconoscere come Mordred, il figlio perduto del re, deciso ad uccidere il padre ed impossessarsi del regno e dell'Isola degli Immortali. E nel bel mezzo della carneficina tra cavalieri e creature meccaniche, padre e figlio incrociarono le spade. Ma Artù esitò nell'uccidere suo figlio. Non ricevette pietà per questo: Mordred lo trafisse con la lancia. Allora Excalibur brillò, ed in un lampo folgorante trapassò da parte a parte la corazza del figlio reietto. Così cadde il Re, e se non fosse stato per il fedele Parsifal, Camelot ne avrebbe seguito la fine. Apparse infine sul campo di battaglia Viviana. Raccolse il cadavere del vecchio amico e lo portò a NeoAvalon, qui se ne prese cura utilizzando le più alte tecnologie a sua disposizione, custodendo nel mentre la Spada Fotonica. Nessuno sa se la dama sia riuscita a riportarlo alla vita. Ma stando all'ipotetica apparizione di Merlino sull'Isola, sono in seguito sorte leggende secondo le quali Artù risorgerà se NeoAvalon o Camelot dovessero trovarsi in una situazione di gravissimo pericolo.
Merlino, il Mago[]
Un'autentica leggenda, un enigma. Per capire la sua personalità e le motivazioni che mossero le sue azioni ci sono d'aiuto queste immagini tratte dalla sua autobiografia. Ve ne consiglio altamente la visione, in quanto vi aiuteranno a decifrare più accuratamente il vecchio, il mago, il genio ed il demone a noi noto come Merlino.
Si ipotizza che sia in realtà nonno/padre/fratello di Grahdens, fratellastro del ben più leggendario Garnan666 "o' diaulooo" nonché zio di Bran. Ed ora parliamone seriamente. Perché no, non è il buon mago a cui tutti voi siete abituati a pensare.
Probabilmente la figura più misteriosa nell'intera storia di Grand Gaia, le sue intenzioni, i suoi intrighi e progetti non furono mai noti ad alcun essere umano. Pianificò alcune tra le più grandi imprese mai narrate, spronando in gran segreto eroi, collegando tra loro figure che altrimenti mai avrebbero potuto agire insieme, e tutto questo restando nell'ombra. Passando secoli e secoli, la gente ha sentito innumerevoli leggende che circondano l'aura mitica di quest'uomo, eppure nessuno può giurare di averlo mai incontrato. Giurano che sia apparso in più occasioni di notevole importanza storica, giurano di avere scorto un vecchio consigliere alle spalle dei tiranni mentre si apprestano ad invadere potenti regni, o al fianco degli imperatori mentre vengono acclamati di fronte al popolo... ma ancora una volta, si tratta solo di supposizioni. Quel che è certo è che non si è mai più visto dalla fondazione della Sala degli Evocatori di Akras in poi. Che si sia sempre trattato di Merlino non ci è dato sapere, qui tratteremo del breve frammento della sua storia a noi noto, che lo lega indissolubilmente alle vicende di Camelot e del suo re Artù.
Il vecchio Merlino era consigliere del buon re di Camelot. Alla sua morte, sembrò ritirarsi a vita privata, prendendo sotto la sua egida il giovane Artù, in cui certamente sapeva scorresse sangue reale. Nel mentre, evocò dal regno delle fate l'allora innocente Morgana e la allevò come una figlia, insegnandole quanto riteneva potesse esserle utile. Avendo scorto la Dama del Lago, Viviana, in rischio di annegamento (molto strano per una custode dell'Acqua, che il misterioso mago sia in qualche modo coinvolto?) Merlino corse ad informare Artù, che la salvò e dalla quale ricevette poi un aiuto essenziale per accrescere le proprie competenze ed il proprio potere. E per un poco lo stregone sembrò avere cessato le sue losche attività, lasciando confluire le sue forze nell'addestramento di Morgana, fino a quando Artù non divenne re di Camelot. Allora Merlino venne convocato a corte e divenne il primo consigliere del Re. Fu su sua iniziativa che Artù istituì l'Ordine della Tavola Rotonda ed avviò la cerca del Graal. Sempre su richiesta di Merlino, Parsifal accettò di raccogliere i misteriosi cocci di terracotta che in seguito, come sappiamo, avrebbero costituito finalmente il Santo Graal: lo avvicinò nell'oscurità prima dell'alba, all'infuori della cittadella, e affidò al prode cavaliere il primo frammento magico. A concludere il tutto, avviò la ribellione di Morgana e di suo figlio Mordred: la fata desiderava uccidere lo spietato padre adottivo, e decise di chiedere i poteri necessari ad un demone (forse proprio lo stregone, mascherato?) cercando poi di esiliarlo, con apparente successo che la portò ad abbandonare definitivamente Grand Gaia. Ma Merlino non poteva essere sconfitto tanto facilmente. Riuscì a spezzare i sigilli e tornare a Camelot, quando ormai la battaglia tra il re ed il figlio traditore era conclusa, Artù era morto e Parsifal aveva riportato una vittoria schiacciante mediante l'uso del grande potere della Reliquia Sacra. Giunse a NeoAvalon. Fatto strano, questo, perché l'accesso all'isola era riservato ai soli detentori di sangue reale, e dunque o Merlino era figlio di re o il suo potere era tanto grande da poter superare indenne la barriera. Qui trovò Viviana, e le chiese di prendersi cura del corpo del Re, preannunciandone un suo misterioso ritorno. Infine tornò a Camelot, e divenne ancora una volta consigliere dell'Ordine e di Parsifal, detentore della Reliquia, aiutandoli ad amministrare il regno ed a riportarlo alla primeva e leggendaria prosperità. Passarono altri anni ed l'anziano stregone non sembrò invecchiare. Parsifal invece morì. Durante il funerale, i Cavalieri di comune accordo e con (apparente) spontaneità di affidare il Graal proprio a Merlino. "Lo terrò al sicuro..." furono le sue ultime parole, poco prima di svanire nel nulla.
Da allora nessuno lo ha più rivisto.
Lancillotto, Cavaliere regicida[]
Un potente disertore dell’esercito reale. Dopo essere salito rapidamente di grado, fu infine nominato capo della Divisione Armata, non avendo, a dir la verità, alcuna reale competenza per questo ruolo. Accumulò molte vittorie facili. Cominciò subito a considerare le politiche anti-interventiste del re come un ostacolo al compimento del suo destino. Il suo incontro con un famoso fuorilegge lo spinse sul cammino per la ricerca di un potente manufatto. Insieme, tentarono il colpo di stato più terribile mai conosciuto dal regno. Di lui si persero le tracce per molti anni fin quando non diventò il re di un regno decadente. Sarà riuscito questo re senza scrupoli a salvare il Regno di Avalon dalla sua scomparsa dai libri di storia?
Tutti gli elementi (29)