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Sei eroi

Eccovi qui, giovani menti in cerca di saggezza, a ricercare la sapienza perduta di Grand Gaia. La troverete, insieme a tante boiate per alleggerire il carico della lettura. (sul fondo)

Trattasi in questa pagina della Leggenda dei Sei Eroi, i più abili guerrieri provenienti dalle defunte grandi nazioni che governavano la terra raggiungibile ormai solo tramite il portale di Lucius. Dopo aver compiuto inenarrabili gesta, guidarono la disperata resistenza dell'umanità contro la furia divina, riscuotendo non pochi successi sul fronte. E poi morirono, perché dopotutto per quanto le traduzioni ce li spaccino per dèi di vario genere restavano pur sempre umani. I loro spiriti tornano ora a combattere al fianco degli Evocatori, disposti in ogni occasione a duellare con esseri malvagi o minacce per l'umanità, rappresentando i 6 elementi su cui è basato Brave Frontier. Ecco le loro storie.

Vargas, sacra fiamma dell'Impero di Agni[]

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Un giovane spadaccino nato e cresciuto nell'Impero di Agni, nonché ragazzo immagine di Brave Frontier. Suo padre Avant, Cavaliere dell'Ordine di Agni, scomparve in missione e fu dato per morto (illusi Muhahah qui si risorge a più non posso, chiedete ad Alice o a Doug) quando Vargas era ancora giovane (peccato, era così cazzuto che senza dubbio avrebbe massacrato gli dèi senza difficoltà, forse voleva lasciare al figlio la possibilità di emergere) e di certo questo influenzò pesantemente le scelte ed il carattere di Vargas. 

Divenne un abilissimo spadaccino, famoso per l'uso della spada lunga grazie alla quale una folta lista di guerrieri vennero sconfitti. Ciononostante continuava a considerarsi inesperto e ad allenarsi duramente. Raggiunti finalmente livelli d'abilità straordinari, decise di sfidare a duello Lava, ragazza allevata fin dalla nascita per entrare nel circolo elitario dei cavalieri di Agni. E riportò puntualmente una pesante, (o meglio) cocente sconfitta. Umiliato, decise di allontanarsi dalla capitale per migliorare sempre più la propria tecnica e l'uso della spada. Vagando per numerose terre, si ritrovò di fronte a numerosi e svariati nemici, nonché ad altri personaggi leggendari. Tra questi spiccano:

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    Mifune: Vargas si trovò ad affrontare il mitico samurai oltremondano quando questi gli chiese di sfidarlo a duello ed ucciderlo. L'eroe di Agni vinse e lo uccise, "era morto come desiderava", disse, ma la volontà della katana riportò in vita Mifune, più forte che maie pronto a combattere gli dei.
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    Galant: Fabbro, anch'egli in volontario esilio dall'Impero di Agni. Rimasto colpito dall'abilità e dal carisma dell'eore, decise di forgiare per lui, con uno speciale materiale celeste fuso al centro di un vulcano un leggendario spadone, la Dandelga, che da allora divenne l'unica arma di cui si servì l'eroe.

Vargas ritornò ad Agni, non era più cavaliere dell'Ordine da tempo, ma la sua fama lo precedeva. E scoppiò la Grande Guerra. Lo si trovava costantemente in prima linea, dove il combattimento era più aspro, e là infondeva coraggio nei cuori timorosi dei soldati, portando ad un susseguirsi di vittorie che spaventò gli dei stessi. Salvò un numero incalcolabile di vite, entrando a pieni meriti nella Categoria: Sei Eroi. Ma la lotta interminabile sfinì anche l'Eroe del Fuoco, che si accasciò a terra, esausto. E fu in quel momento che sentì la voce di Lava, anch'ella stremata dal duello con la dea Phee, che disse: "Prendi le mie Ali, a me non servono più".

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Al risveglio, Vargas si ritrovò due ali infuocate sulle spalle, pronto a lanciarsi nuovamente all'assalto dell'esercito divino. Al centro della battaglia, si ritrovò di fronte ad un nemico umano, specificatamente inviato lì dagli dei per occuparsi dell'eroe: Tia, guardiana della foresta. La sconfisse non senza difficoltà, rimase infatti ferito. Eppure, si pentì di aver falciato una così giovane vita, nonostante tutta la distruzione che ella aveva seminato. E in quel momento, un misterioso cavaliere gli apparve di fronte, e i due avviarono un duello degno dei più famosi canti. Ma Vargas ad un tratto si fermò, convinto in un qualche modo dalle motivazioni del cavaliere. Sorridendo, si lasciò trafiggere dalla spada del cavaliere.

Così cadde Vargas, ultima speranza e salvezza di Agni. Di lì a poco l'Impero seguì la sorte del suo Eroe.

Selena, sacro gelo del Regno di Sama[]

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Spadaccina ed eroina del Regno di Sama (nel senso buono del termine, Sama non è di certo Ganja Spirit) Giovanissima erede di una dinastia di capitribù dei Savat, il "popolo nomade del mare", addestrata fin da giovanissima al combattimento e all'uso della spada lunga. Un talento che andava premiato: a soli 14 anni le furono offerti il comando della tribù e la straordinaria spada Lexida, cimelio di famiglia passato di capo in capo. Ma Selena rifiutò entrambi, definendosi ancora inesperta ed inadatta al ruolo. Continuò l'addestramento e quattro anni dopo, diciottenne, si arrese alle insistenze del clan, accettando titolo

e spada. Trovò Lexida perfetta al suo stile rapido e leggiadro, e da allora chiunque l'abbia affrontata ha riferito di aver provato una sensazione di freddo glaciale durante il duello. Poco prima della Grande Guerra, scoppiò una guerra civile nel regno: ne era autore un ammiraglio della flotta reale, padre di Lucina, amica d'infanzia di Selena. Le due si impegnarono nel tentativo di farlo ragionare e rientrare nei ranghi, ma non ebbero successo e dovettero affrontarne la ribellione. In questo periodo Selena fece conoscenza di numerose personalità che poi combatterono al suo fianco contro gli dei. Tra questi ricordiamo:


  • Unit ills thum 20475
    Arius: terzo Principe Ereditario del Regno di Sama, dai molteplici talenti, provava una passione morbosa per Selena, il che gli causò non pochi problemi all'inizio della sua carriera in Marina: pare fosse solito dipingere tele raffiguranti l'eroina... ed esporli in pubblico, senza alcun permesso. Più o meno in questo modo... Ma qualcuno gli fece notare che la cosa non era ben gradita, ed il principe mise la testa a posto. Rispetto ai due qua sotto, fu parecchio sfortunato perché...
  • Unit ills thum 20365
    Lucina: amica d'infanzia di Selena. Isolata da tutti tranne che da lei, a questo contribuì il fatto che l'origine della madre fosse ignota (eminenti studiosi pare abbiano dimostrato che si tratta di costei) combattè sempre al fianco di Selena, arrivando a sacrificare la vita per lei. (questo perché in barba al povero Arius le due erano amanti, ovviamente)
  • Unit ills thum 20223
    Jaegar: giovane generale di Sama, che aveva stretto legami d'amicizia con il popolo errante dei Savat. Abile e stimato combattente, ancor più donnaiolo (fate 2 + 2). Selena mantenne rapporti (d'amicizia) con lui anche durante la Grande Guerra, arrivando a salvargli la vita.


Fatto sta che con l'aiuto di Selena il Re di Sama arginò la ribellione, e dopo un susseguirsi di vittorie arrivò ad affibiarle il titolo di "protettrice generosa". Nonostante il titolo di protettrice del regno, non accorse in aiuto di Sama allo scoppio della Grande Guerra: rimase presso il suo popolo natio, difendendo i Savat dall'armata divina. E qui combattè come una furia per difenderli, almeno fino a quando l'esercito degli dei non fece a pezzi tutti i nomadi del mare. Selena rimase sola, sovrana senza popolo, e meditò di uccidersi. Ma in quel momento le parlò Lexida: la spada conteneva ora le anime di tutti i suoi amici uccisi, che la convinsero a desistere. Si diresse così al centro dell'ultima disperata battaglia tra le ormai esigue forze di Sama e gli dei. Qui venne attaccata da Ulkina, piromante,

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mortale, traditrice della propria razza. Scampò al fanatismo della strega solo grazie all'eroico sacrificio di Lucina, interpostasi tra le due durante il lancio di un potente incantesimo di fuoco. Selena trafisse poi la nemica, senza pietà. Comparve allora un misterioso cavaliere. Le parlò. I pochi umani presenti e sopravvissuti alla Guerra dissero poi che le ultime parole di Selena furono queste: "ciononostante, io non ti perdonerò mai" prima di essere uccisa dal cavaliere.

Sama cadde, la morte di Selena scosse profondamente gli uomini sopravvissuti. Questo perché era gnocca, e almeno una volta questol'avete pensato anche voi.

Lance, sacra terra del Principato di Vriksha[]

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Lance, giovane di estrazione agiata nativo del Principato di Vriksha. Sul suo conto circolano molte meno informazioni rispetto agli altri 5 Eroi, probabilmente per via del suo carattere riservato. Nella sua dimora era conservata la mitica Drevas, lancia di origine demoniaca, e ne rimase affascinato al punto tale che decise di abbandonare la propria tranquilla esistenza per dedicarsi all'addestramento e all'uso dell'arma. I genitori, preoccupati, cercarono di convincerlo a rinunciare a questo bizzarro proposito. In risposta, Lance fuggì di casa. Pare che questa fu la prima occasione in cui Drevas parlò.

Vagò allora tra le città ed i boschi del Principato, senza mai smettere di allenarsi, e alla vista di questi suoi addestramenti, tutti lo consideravano dotato di un talento innato e di un'abilità fuori dal comune, specie se paragonati alla sua giovane età. Iniziarono così a soprannominarlo "geniale", per quanto pare che al lanciere non piacesse essere così definito. Nella foresta riuscì a liberare il leggendario Albero Mundis, Altro, imprigionato ed insidiato da alcuni famelici (?) Xipe Totec. Secondo molti era proprio questo il primario progetto di Lance dopo aver lasciato casa, o forse ciò che Drevas gli aveva chiesto. Certo è che dopo questa impresa Drevas iniziò ad ottenere sempre maggiori poteri dalla natura e dall'Albero, permettendo a Lance di raggiungere poteri ben al di fuori dell'ordinario. Mentre gli altri Eroi conobbero personalità straordinarie durante viaggi o avventure, Lance ebbe il piacere di affrontare:

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    delle terribili Mandragore, malvagie e furiose, in grado di lanciare temibili attacchi quali Hiyaaaahhhh!!; Kyaaaahhhh!! & Shikeeeeeehhh!! - e anche l'evoluzione Polevik ed il potente Leshy.
  • Unit ills thum 30083
    i sovracitati famelici Xipe Totec, che ingannano gli umani con un'esca, in stile Lophius Piscatorius per intenderci. Pare che anche Lance cadde nella trappola, ma venne salvato con un gesto di straordinaria benevolenza dal Sommo.
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    un famelico Mosk. Lo scontro durò per numerosi giorni, e alla fine il Mosk consigliò all'Eroe di prendere la retta via e tornare tra gli umani, che avevano bisogno del suo aiuto.
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 La Grande Guerra era scoppiata. Lance decise di affrontare gli dei, ma senza combattere per alcun regno, nemmeno per il suo natale Principato. La continua battaglia lo sfinì: per quanto potente ed incantata, Drevas era pur sempre una lancia maledetta, e man mano che diveniva più potente, dissipava le energie vitali di Lance, che tuttavia non sembrava curarsene. Venne poi preso di mira dalla leggenda, il mito, l'UDM, il camperone Rowgen. Il cecchino iniziò a bersagliare Lance da un punto cieco con il suo mitico fucile e la sua ineguagliabile abilità, senza sbagliare un colpo. Questo indebolì l'eroe costringendolo a lasciarsi assorbire sempre più da Drevas pur di parare tutti i proiettili, ma non lo uccise. E Lance arrivò a scatenare il potere definitivo della lancia, che scattò in avanti trascinandosi dietro l'eroe, abbattendo in via definitiva il nemico. Ma Drevas iniziò in tal modo a corrodere in via massiccia il corpo del proprietario. Poco dopo, gli si parò davanti un misterioso cavaliere. Consegnò a Lance un messaggio, nessuno ne conosce le parole, ma pare che abbiano lasciato spazio ad un'espressione di sollievo sul volto dell'eroe. E allora Lance, stringendo nelle sue mani l'amata Drevas, si trasformò in un grande albero.

Il Principato poi cadde, come gli altri regni, ma in questo caso i superstiti di Vriksha, dopo aver saputo della scomparsa dell'Eroe, in maggioranza risposero con un sonoro "Lance chi???"

Eze, sacro tuono della Repubblica di Atharva[]

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Il leggendario Idiota Tonante della Repubblica di Atharva. La sua è una storia di riscatto: nato e cresciuto nei pressi di una miniera, nella quale lavorò fin da bambino. Fuggì da quella condizione disumana per avverare il suo sogno: diventare cacciatore di demoni, aiutato in questo dalla passata esperienza lavorativa. Pare fosse rozzo, sgarbato e maleducato, ma sempre gentile con le donne. Che dire, furbo, come Jaegar ;) fatto sta che iniziò un durissimo allenamento al termine del quale ritenne di poter affrontare autonomamente anche i demoni più temibili. Ma proprio allora vide la straordinaria tecnica a doppia spada della Principessa Emilia, generale di Atharva, e capì di non essere del tutto pronto. Iniziò così ad affrontare nemici via via più potenti.

Decise infine di mettersi alla prova: un potente Behemoth stava devastando le terre circostanti, ed Eze lo volle affrontare. Dopo un temibile scontro riuscì ad abbattere la belva, e venne lautamente ricompensato dalla popolazione. Ricevette big Money a più non posso, e scoprì che tra i vari tesori si trovava anche Batootha, la Spada Tonante delle leggende, capace di convogliare nei singoli colpi il potere del fulmine. Divenne la spada di Eze, in tutta risposta la gente di Atharva lo soprannominò "Re del Tuono". Eze stesso mutò profondamente man mano che impugnava Batootha contro i nemici, questo perché nel suo immenso potere pare che la spada fosse in grado di modificare l'aspetto del possessore (la fascia bianca che aveva in testa divenne parte della capigliatura di Eze :o forse era semplicemente invecchiato no?)Per Eze lo scoppio della Grande Guerra rappresentò l'opportunità di compiere imprese eroiche e ovviamente temerarie, al limite del razionale: si lanciava sempre all'assalto, ritrovandosi più e più volte circondato, e sempre sbaragliava i nemici grazie all'abilità e alla velocità, nonché all'uso di Batootha. E durante la guerra:

  • Salvò la vita ad Emilia, generale/principessa della Repubblica, in un'azione che tutt'ora viene 
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    considerata paradigma di coraggio. Pare in effetti che i due fossero in confidenza. Emilia negò sempre tutto, affermando che "le relazioni con e tra esseri umani sono patetiche". Ed in effetti non prese bene il fatto di essere stata salvata da Eze. Era un personaggio più o meno così...
  • Unit ills thum 40025
    Collaborò con Weiss, stratega di Atharva e coordinatore delle manovre in difesa della Repubblica. La mente, insomma. Si vocifera che anche Weiss fosse amante di Emilia (com'è che diceva, relazioni patetiche eh?) Eze e Weiss erano personaggi che non avevano di certo niente in comune, a parte per quanto riguarda Emilia...
  • Unit ills thum 40223
    Ebbe anche a che fare con Raiden, capo di un nutrito gruppo di banditi ad Atharva nonché fratello ciccio di Zegar. Fate voi un paragone. Raiden cercò più e più volte di impossessari della Batootha di Eze. Ovviamente non ci riuscì mai, era solo un 4*...

Pare che le parole che Emilia gli rivolse dopo essere stata salvata furono "tu non sei un idiota qualunque, ma un idiota che merita rispetto" e da allora in poi si soprannominò proprio idiota tonante e folle invincibile. Ma se ne potè "vantare" per poco: nel mezzo di una dura battaglia gli apparve davanti una donna, acquamante e traditrice

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 dell'umanità. Eze non desiderava combatterla (voleva provarci, NDR) e così esitò per un attimo, mentre la nemica continuava a lanciare i suoi temibili attacchi. Ma alla fine realizzò che la volontà di Kuhla non poteva essere messa in discussione, e l'avrebbe potuta fermare solo uccidendola. La trapassò con Batootha. Una manciata di secondi dopo, gli si presentò un misterioso cavaliere, dall'espressione triste. Nessuno sa che cosa i due si dissero, ma c'è chi giura che al termine della conversazione Eze, con un ampio sorriso in volto, abbia detto:"solo io posso sconfiggere me stesso!" Rivolse Batootha contro sé stesso e si trafisse. ​​Addio, buon Eze :(

Atro, sacra luce della Repubblica di La Veda[]

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Atro in tutta la sua virilità. Notare il fiocco ai capelli

ATTENZIONE: chiariamo subito che Atro NON è donna. So bene che a vederlo/a si può cadere facilmente in errore, ma è uomo. Condoglianze alla povera anima che nel nome della conoscenza ha tastato per garantirci questa certezza.     

Un giovane orfano della Repubblica di La Veda. Venne cresciuto in un convento, ed in effetti sognava di divenire in futuro sacerdote del Sacro Imperatore Karna Masta, molto venerato a Lizeria. Le cose cambiarono quando il convento venne attaccato da alcuni banditi.

Atro li allontanò con un ramo d'albero (banditi incapaci o ramo letale?!?) Impressionati dall'abilità del giovane e grati per l'assistenza ricevuta, i sacerdoti portarono Atro dall'ideatore della tecnica di combattimento Veda, maestro di spada dall'abilità indiscussa: Zelban. E così Atro si allenò duramente, arrivando ad essere soprannominato "santo con la spada" perché univa ad un'innata abilità di spadaccino un'altrettanto inamovibile integrità morale. Queste due doti gli valsero il possesso di Urias: la sacra spada, secondo le leggende mai estratta dal fodero, fu donata ad Atro dai monaci riconoscenti, secondo altre fonti era invece uno dei pochi cimeli della famiglia scomparsa dell'Eroe. Allo scoppio della Grande Guerra il dubbio colse Atro: era giusto che l'umanità combattesse contro gli dei che fino a prima venerava? Ma scelse infine di schierarsi quando le divinità distrussero il monastero in cui era cresciuto, e allora fu mosso dalla rabbia, infangando con brutali assalti la reputazione che in passato lo circondava. Ed allora la spada Urias si ruppe, considerando empie le azioni del possessore, Atro comprese il messaggio e giurò sulla spada che avrebbe da lì in poi usata solo per proteggere gli indifesi. Urias ri ricostituì e brillò più lecente che mai. Nel mentre, Atro divenne il bersaglio dell'abilissimo assassino Kuda, che tentò di uccidere in più occasioni l'Eroe, sempre fallendo. 

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Ma da lì a poco lo spadaccino di La Veda avrebbe incontrato la morte. Nel mezzo della battaglia, gli venne incontro uno strano cavaliere. Nessuno sa quali parole riferì ad Atro, ma l'Eroe, con un'espressione di agonia sul viso, iniziò a roteare la spada contro il nuovo nemico. Fu allora che Kuda riapparve, dopo un lungo periodo di silenzio: teneva in ostaggio dei bambini. Atro smise di difendersi, abbassò la spada e si lasciò trafiggere, in silenzio. Ma Kuda commise l'errore di rilasciare gli ostaggi quando Atro era ancora vivo, e in un ultimo sforzo l'Eroe si alzò andando ad infilzare l'assassino con Urias; e in quel momento riiferì le sue ultime parole al misterioso cavaliere: "Che questo possa portare un futuro luminoso per i bambini". (Cresciuto tra i monaci questi protess i bambini dall'assassino, gesto eroico o apoteosi della pedofilia monastica?eheh)

A difendere La Veda rimase allora il paladino Will (ed il grande Aem, anche) ma gli sforzi degli ultimi disperati protettori della Repubblica non bastarono a fermare la furia divina.

Magress, empia tenebra dell'Impero di Bariura[]

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Figlio di un ufficiale di cavalleria, Magress decise di seguire le orme del padre, divenendo anch'egli cavaliere dell'Impero. Aveva 16 anni, e ben sapeva delle ambizioni della famiglia imperiale di Bariura: unificare il continente sotto la propria bandiera. Impiegò poco tempo a dimostrare un innato talento e scalò rapidamente le gerarchie dell'apparato militare imperiale. Tra le sue prime imprese si annovera la cattura di una giovane maga della Repubblica di La Veda che voleva invadere da sola l'Impero. Il padre, orgoglioso dei successi del figlio, regalò a Magress una lancia, inizialmente di semplice fattura: Leomurg. Ma l'Eroe venne poi sconfitto a duello proprio dal padre, e perso il suo onore, decise di abbandonare famiglia ed esercito per sottoporsi ad un duro, eremitico allenamento, arrivando a perforare le armature

con un singolo colpo della Leomurg. In questo periodo trovò nella rabbia una valida alleata nel suo continuo affinarsi di tecnica ed abilità. La sua fama ne portò il nome sulla bocca di tutti, fatto che irritò i cavalieri che aveva abbandonato. Fu probabilmente questo che portò alcuni cavalieri di Bariura ad assassinare i genitori di Magress, mentre il Nero era lontano: e l'Eroe tornò, iniziando una caccia a tutti i presunti responsabili dell'assassinio. Li massacrò senza mostrare alcuna pietà.

Si diresse poi verso la capitale imperiale: pare in effetti che dietro all'omicidio dei genitori stesse l'imperatore in persona. Ma proprio allora scoppiò la Grande Guerra, e Magress si trovò suo malgrado coinvolto nella difesa dell'Impero. Potè qui combattere al fianco di alcuni vecchi amici:

  • Unit ills thum 60213
    Il simpatico Bahvel, anch'egli membro della cavalleria, strinse inaspettatamente amicizia con Magress tanto che in passato i due vennero soprannominati "gli amici senza molti amici". Bahvel venne poi ingiustamente accusato di aver raggirato il padre di Magress, e l'Eroe non lo volle più tra i piedi. Nonostante tutto, continuò a guardare le spalle al Nero senza farsi notare.
  • Unit ills thum 60365
    Eric, rocker dell'Impero, in passato ufficiale di cavalleria e vecchio amico di Magress Senior. Fornì al Nero preziosi consigli dopo la morte del padre, invitandolo nei limiti del possibile alla calma e ad elaborare un piano prima di lanciarsi al massacro dei presunti assassini. Durante la Guerra protesse Magress nei momenti salienti durante le loro numerosissime battaglie.
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Scatenò quindi la sua furia contro le divinità, abbattendone in quantità incalcolabili, ed assorbendone i poteri, così come fece Leomurg, ricoperta dal sangue degli dei. L'Eroe divenne un essere che di umano aveva ormai ben poco. Infine, gli comparve di fronte Narza il Folle, traditore dell'umanità e servitore degli dei, che aveva giurato di sconfiggere il Nero. Ma fallì: Magress venne protetto dal sacrificio dei suoi sovracitati amici e, riprese le forze, trucidò Narza in tutta risposta, seppur coperto di ferite. In quel momento gli venne incontro un altro cavaliere. Gli consegnò un messaggio, nessuno ne conosce le parole, ma dopo averle udite Magress si tolse ogni pezzo della sua colossale armatura, e munito solo di Leomurg sfidò il cavaliere a duello, per quanto fosse consapevole di non riuscire più a muoversi. Morendo, Magress il Nero ringraziò il suo uccisore per avergli concesso una morte degna di un cavaliere.

[]

Questa è la leggenda dei Sei Eroi, dell'ascesa e della caduta dei miti dell'umanità, di come queste fonti di speranza caddero trascinando nell'abisso i rispettivi stati per cui si erano battuti e che rappresentavano. Ora Grand Gaia non è più, nessun uomo abita le terre degli avi, giacché furono distrutte infine dagli Dèi. Tuttavia, dalle ceneri del perduto continente altre figure straordinarie guidarono l'esodo dei pochi umani sopravvissuti verso Elgaia, e qui l'umanità potè rifiorire nuovamente. Ma questa è un'altra storia.

Informazioni aggiuntive: quello che il Lore non dice[]

Nè dirà mai, per fortuna. E quindi via con le boiate.

--- inserite musichetta di Super Quark ---

Alcioni

Ed ecco davanti a voi Sei rarissimi esemplari di Alcioni allo stato brado. Alcuni ritengono che possano rappresentare lo stadio evolutivo finale dei sei eroi, il che dimostrerebbe che non sono effettivamente crepati male in un blasfemo atto di ribellione contro gli Dei capeggiati dal Sommo Ziz, bensì trasformati in temibili e fenomenali alci. La vita dell'alcione procede tranquillamente, raramente tediata dagli atteggiamenti predatori di NON HAI RISPETTATO LE REGOLE ed altri boss di sfide esclusive UE. Questa rara immagine immortala un folto branco di alcioni nella stagione degli amori. Potete chiaramente notare come gli esemplari della sottospecie Lanciolus alcionius, Ezeus alcionus e Magressus alcionius stiano cercando di guadagnarsi i favori della femmina del branco, Selenella alcionia. Vargassus alcionius appare confuso sul da farsi e sembra accettare un atto di sottomissione al più scintillante Ezeus. Come da prevedere, l'esemplare di Atrosos alcionius rimane in disparte, in dubbio se seguire l'atteggiamento della compagna di branco o dei maschi in cerca d'affetto.

Vargas:

  • dall'arrivo ingame del suo gemello malvagio ha dovuto fare i conti con un pesante complesso di inferiorità che ha colpito tra gli altri Grantos, Skramya, Colosso e Maxwell, detta oihcceps olled emordnis. Attualmente è in cura presso il Randall Institute for Insanity & Other Forms of Madness (RIIOFM) in compagnia di Narza.
  • nel Lore viene ucciso dal misterioso cavaliere perché l'eroe di fuoco gli ha rubato il posto di Ragazzo Immagine di Brave Frontier.

Selena:

  • numerosi camionisti hanno poster e/o calendari di Selena, spesso rappresentata in compagnia "dell'amica" Lucina. Arius è milionario, non ha avuto successo con lei ma in compenso ha venduto le sue tele per cifre esorbitanti.
  • pare che Felneus non abbia più rivolto alcun pensiero a Mega dopo aver incontrato lei.

Lance:

Eze:

  • il soprannome Idiota Tonante gli deriva da un'epica fagiolata alla quale partecipò con Weiss, Zeln e Rowgen. Fu per questa ragione che il cecchino tradì l'umanità.
  • si è suicidato perché consapevole di non poter reggere il confronto con lo spadone del Maggico Aem, e a fatica battere quello di Darvanshel, che tra l'altro è vecchio. Ed Emilia aveva interesse per i viticci di Nalmika.

Atro:

  • in verità, Atro non è semplicemente uomo: si è sottoposto/a a molteplici interventi nel corso della narrazione del Lore. Questo per seguire le orme del suo/a androgino mito.
  • alla vista di Atro (forma definitiva, dopo tutti gli interventi) due grandi filosofi hanno espresso sconcerto in epiche espressioni poi passate alla storia: un commento agghiacciante ed uno ancor più impressionato.

Magress:

  • si nascondeva sotto tutta quell'armatura non perché deformato dall'assorbimento del potere degli dei, ma perché era così.
  • la sconfitta riportata contro il padre è una mera scusa: non è più cavaliere per il semplice motivo che gli hanno fottuto il cavallo. Non aveva imparato la lezione.
  • quando Magress il Nero decise di levare l'elmo l'Eroe dinanzi a lui rimase più che scioccato alla vista di quello che era il volto da sempre nascosto del cavaliere. 'Perchè lui vale'
Lore
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Demoni
Graham • Shusui • Mora • Beiorg • Mordlim • Amu Yunos • Barion • Kalon

Tutti gli elementi (42)

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